chi siamo

La gestione dell’osteria è da sempre un affare di famiglia. Ma oltre alla passione dei fondatori e proprietari c’è lo slancio di una squadra giovane e ben assortita, sia in sala che in cucina. Creatività e spirito di gruppo sono le parole d’ordine di tutto lo staff.

Gli

Esordi

Il locale nasce nel 2005 nel quadrante nord-est di Roma. All’inizio il locale propone eventi e manifestazioni culturali, nel tentativo di favorire le occasioni di incontro e di scambio tra le persone, in un contesto sociale normalmente arido di proposte. Per favorire lo spirito di aggregazione ci si affida alla cucina ed all’estro di un giovane cuoco, Matteo Agovino, ancora oggi chef di Zenzero Osteria Metropolitana.

Nasce

L'osteria

Tra la primavera e l’estate del 2009 si realizza il primo grande rinnovamento. La cucina assume stavolta un ruolo centrale, anche se la vocazione per gli eventi culturali non viene messa da parte. Dal settembre del 2009, Zenzero Osteria Metropolitana, diventa a tutti gli effetti un piccolo ristorante dove si può pranzare e cenare, con la giusta attenzione al vino, in particolare quello laziale, ed alle birre di produzione artigianale. Dal 2014 Zenzero Osteria Metropolitana aderisce a Campagna Amica nel Piatto. Nello stesso anno viene inaugurata la bottega Pan di Zenzero, dove è possibile trovare tutti i prodotti e gli ingredienti dei piatti realizzati dalla cucina del ristorante. Nel 2022 un’altra rivoluzione: l’osteria apre a Tivoli Terme, a due passi dalle famose piscine di acqua sulfurea, utilizzate sin dall’epoca romana.

Mangia

lentamente

Zenzero Osteria Metropolitana nel proporre la sua cucina, si pone in un atteggiamento etico nei riguardi della società e dell’ambiente. Si adopera nella sua attività per promuovere e diffondere un modello di cucina orientata alla cultura dello slow-food, selezionando con cura i propri fornitori e privilegiando la scelta di prodotti a km 0, biologici e della filiera corta dei produttori agricoli di Campagna Amica. Zenzero Osteria Metropolitana crede in una cucina con la quale poter colmare il vuoto culturale tra uomo e cibo prodotto dall’impero del fast-food, figlio di un ordine mondiale che tutto fagocita e distrugge.